ristrutturazione di un edificio a corte

Architettura per l’accoglienza: nuova sede per un’organizzazione non-profit

Nelle righe che seguono, la storia di un progetto fatto di ascolto e condivisione

La ristrutturazione di un edificio a corte milanese diviene occasione per riflettere sul tema della partecipazione in architettura.
L’edificio, situato vicino al Naviglio Pavese, ospita la sede di un’organizzazione no profit.

 

PARTECIPAZIONE

L’associazione Donna & Madre è una Onlus che opera dal 1983 per la tutela delle donne e delle famiglie.
Sin dall’origine, Do&Ma dedica le proprie risorse a tutela delle madri, in particolare lontane dal proprio paese di origine, impegnandosi nella realizzazione di strutture di accoglienza e riparo.

Il tema estremamente attuale, quanto delicato e profondo, necessita di un approccio riflessivo e misurato. Un approccio in grado di portare a conoscenza le esigenze dell’associazione.
Occorre pertanto tracciare una strada condivisa, in cui il vero motore della progettazione divenga l’ascolto e la partecipazione.

Proprio questi ultimi furono temi cari di Giancarlo De Carlo. L’architetto, nell’arco di tutta la sua attività da progettista, fu costantemente animato dall’idea di un’architettura il più possibile condivisa.
Parafrasando le sue parole, potremmo dire che la ricchezza e la complessità di un progetto risiedono proprio nella capacità di saper ascoltare. Ascoltare i bisogni, i problemi, le idee, i punti di vista, i sogni. Sono questi gli elementi che arricchiscono il progetto e che lo rendono capace di adattarsi e di cambiare nel tempo.

PROGETTO

Il progetto di ristrutturazione si muove secondo una strategia articolata per fasi.
Per prima cosa, il centro consulenze viene completamente rinnovato. Un sinuoso corridoio accoglie gli ospiti in uno spazio luminoso e colorato.

La “Sala delle Colonne”, lascito di un nobile passato, torna ad essere il cuore dell’edificio. Questa viene infatti ristrutturata e convertita a sala riunioni e spazio il più possibile libero e flessibile.

 

“[…] contro la specializzazione – dello spazio come della vita – che consideravamo pericolosa perché appiattisce gli individui e genera disgregazione sociale.
La gente se non comunica perde potenziale umano”.

 

La “Sala delle Colonne” diviene pertanto un ampio open space di circa 90 mq, con luce naturale e affaccio sulla corte intera.
Lo spazio non viene pensato ad uso esclusivo dell’associazione, ma anche per attività esterne.

Infine, gli uffici trovano posto in un’ala precedentemente inutilizzata del palazzo.

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Foto stato di fatto e di cantiere: Studio Ecoarch

Foto dopo i lavori: http://www.marcoreggi.it/

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