Strategie per il risanamento energetico

I tre pilastri delle strategie per il risanamento energetico

Le strategie di risanamento energetico devono contemplare diversi tipi di intervento per risultare davvero efficaci e garantire risultati visibili.

Ogni edificio, anche il più piccolo, è un sistema complesso.

La pelle delle case che abitiamo presiede a diverse funzioni: di queste occorre tener conto quando si interviene con qualsiasi modifica. Le strategie per il risanamento energetico devono considerare diversi fattori.

Spesso le riqualificazioni sono affrontate in termini riduttivi. Si fa il ‘cappotto’, si cambiano i serramenti o la caldaia e così via. Senza considerare gli effetti che un singolo intervento può determinare sul sistema. Un esempio tipico? In una casa si cambiano i serramenti e se ne mettono di nuovi dall’elevata tenuta all’aria. E poi? Cosa succede? Dopo un po’ compare la muffa!

Di chi è la colpa? Non delle finestre, ma del fatto che elementi molto prestazionali hanno interagito male con un involucro rimasto poco efficiente, in cui le zone fredde causate dai ponti termici hanno consentito all’umidità, non più allontanata dagli spifferi, di condensare sulle superfici. E di creare così ambienti favorevoli ai micro organismi.

Un intervento di riqualificazione deve agire su più fronti.

L’efficienza dell’involucro è l’obiettivo primario di un intervento di risanamento energetico. Si persegue innanzitutto abbattendo la sua capacità di trasmettere calore (cioè la trasmittanza): attraverso l’isolamento, con la correzione dei ponti termici e l’uso di doppi o tripli vetri alle finestre.

Bassi valori di trasmittanza non sono tuttavia l’unica caratteristica di un involucro efficiente. Occorre lavorare anche sulla sua tenuta all’aria. In una costruzione tradizionale gli spifferi sono come una finestra sempre aperta. Garantiscono parte del ricambio d’aria interno, ma ad un costo energetico molto elevato.

L’umidità trasportata attraverso le fessure può inoltre condensare all’interno dei muri. Le strutture, impregnate d’acqua, rischiano di ammalorarsi precocemente. Gli spifferi vanno dunque minimizzati.

Gli edifici respirano?

Molto spesso si sente dire che gli edifici devono ‘respirare’, ed è vero. La corretta igiene dell’edificio impone infatti un costante ricambio d’aria per controllare i livelli di umidità. Come nel corpo umano, però, la respirazione deve avvenire attraverso i canali corretti.

Occorre perciò prevedere un sistema che consenta il continuo ricambio dell’aria e che eviti allo stesso tempo di sprecare energia. Questo sistema è la Ventilazione Meccanica Controllata con recupero di calore (VMC). La VMC preleva l’aria viziata dall’ambiente interno e immette l’aria fresca dall’esterno. Uno scambiatore consente di recuperare energia dall’aria espulsa, riducendo così i consumi e mantenendo gli ambienti salubri.

La VMC provvede al filtraggio dell’aria immessa e, grazie a ulteriori componenti, anche alla sua sanificazione. Quando l’involucro è particolarmente performante, la VMC può fungere da riscaldamento invernale e raffrescamento estivo, sostituendo i tradizionali impianti di climatizzazione.

Per ogni edificio le giuste strategie per il risanamento energetico.

Le strategie per il risanamento energetico vanno elaborate caso per caso, a partire dalle specificità dell’edificio. Il ruolo del progettista è quello di individuare la combinazione di interventi più efficace in relazione al budget disponibile. Interventi che possono anche essere diluiti nel tempo, secondo una corretta sequenza di realizzazione.

In ogni caso coibentazione, tenuta all’aria e VMC costituiscono i capitoli irrinunciabili per una riqualificazione davvero efficace.

Se vuoi ristrutturare casa e approfondire il tema contattaci, valuteremo insieme gli interventi più adatti alla tua situazione.