Sede Gulliver Varese

UNA NUOVA SEDE PER UN’IMPORTANTE ISTITUZIONE VARESINA

Dalla relazione di concorso:

Introduzione
Questa preliminare proposta di progetto per l’ampliamento, la riqualificazione e la razionalizzazione degli spazi del Centro Gulliver di Varese procede dalle suggestioni fornite dalla committenza e dalle impressioni suscitate nel corso dei sopralluoghi effettuati dai progettisti per esplorare possibili soluzioni progettuali volte al miglioramento della situazione esistente e del suo attuale assetto.

Le esigenze emerse nel corso di questi primi approcci appaiono rivolte innanzitutto al reperimento di nuovi spazi per il trasferimento dell’amministrazione e del consultorio fuori dall’edificio principale, da riqualificare dal punto di vista energetico e da destinare principalmente alla Comunità di recupero; al contempo, si intende valorizzare il grande volume interrato esistente al di sotto della corte rivolto verso l’Ippodromo, che versa da molti anni in condizione di abbandono.

La proposta di progetto, oltre alle risposte alle specifiche richieste della committenza, intende offrire una rilettura complessiva dell’assetto dell’intera proprietà a partire dal riconoscimento delle relazioni che la legano al contesto più ampio, ponendo al centro della riflessione il ruolo dello spazio aperto nella costruzione di un ambiente accogliente e vivibile e che possa attivamente supportare l’attività di recupero svolta dal Centro Gulliver.

Progetto
La strategia di progetto è orientata alla chiarificazione dei rapporti e delle interferenze fra Comunità, Consultorio, Centro studi e amministrazione. In particolare, è stata considerata prioritaria la distinzione degli ambienti della Comunità, compreso lo spazio aperto all’intorno, dalle altre attività che nel loro svolgersi quotidiano risultano normalmente aperte al pubblico.

Nel reperire nuovi spazi si è cercato di non occupare altro suolo non edificato, massimizzando l’utilizzo del cosiddetto ‘buco’. Si è inoltre preferito evitare di ubicare i nuovi spazi amministrativi nel sito indicato dalla committenza, ritenendolo non ottimale per due motivi: si tratterebbe, in primo luogo, di una posizione poco soleggiata (e costantemente in ombra durante l’inverno); in secondo luogo lo spazio aperto, che per questo progetto è parte integrante della comunità di recupero, si troverebbe in una situazione di promiscuità che questa proposta si prefigge di evitare.

Alla Comunità -cui viene ora completamente dedicata la parte più antica del complesso- si accede attraverso la rampa carrabile che conduce anche al nuovo parcheggio coperto, dedicato al personale del Centro Gulliver. Il percorso che inanella le differenti ‘stanze’ in cui è suddiviso il parco conduce alla terrazza pedonale ricavata sulla copertura del centro studi, arredata con aree verdi e sedute, e quindi alla corte interna, da cui si accede all’edificio.

A piano terra, un nuovo grande atrio mette in collegamento la corte con il parco retrostante.Il recupero del grande volume interrato del ‘buco’, sala pubblica mai completata, riveste in questo progetto un ruolo preminente. La grande altezza dello scavo ne ha suggerito una suddivisione orizzontale: al livello più basso: nuovi posti auto per i visitatori; sopra, uno spazio claustrale, aperto sotto la corte del vecchio orfanotrofio, avvolto dai locali che in questa proposta sono dedicati al consultorio. L’accesso al consultorio avviene dal piano inferiore, attraverso un corpo scala e ascensori che può essere raggiunto tanto dal parcheggio quanto dall’ingresso del Centro studi, che viene qui messo in grado di gestire tutti gli accessi del pubblico.

I nuovi uffici dell’amministrazione si collocheranno secondo questa proposta in stretta relazione con l’ala del Centro studi, che a sua volta andrà riorganizzata per ospitare depositi e archivi,  occupando il volume cilindrico posto in testata su via Albani e, allo scopo di aumentare lo spazio disponibile, prevedendone il sopralzo da realizzarsi mediante struttura in legno. Il rivestimento, che coinvolge sia la nuova costruzione che l’edificio esistente al di sotto, uniforma il linguaggio dell’ingresso alla proprietà andando a costituire un segnale riconoscibile per chi transita lungo via Albani.

Gli edifici di nuova costruzione avranno prestazioni tali da garantire un comfort elevato agli utenti, tipico degli edifici passivi: sono previsti un involucro molto efficiente e un’impiantistica di tipo avanzato.

Isolamento con spessori importanti e serramenti prestazionali garantiscono la coibentazione della struttura, in modo da evitare dispersioni e trattenere il calore generato, mentre la ventilazione meccanica controllata termodinamica regola temperatura, umidità e si fa carico dei ricambi d’aria orari previsti da normativa. L’impianto fotovoltaico posizionato in copertura garantirà l’approvvigionamento elettrico dei nuovi edifici.

Progetto

Disegni

Anno: 2020
Struttura: Tradizionale
Stato: Progetto
Luogo: Varese